PERCORSI...I GIOCHI TRADIZIONALI

Il gioco ha conservato la sua centralità in ogni epoca , ma le forme e i mezzi per giocare si sono trasformati.  Molti giochi dei nostri “antenati” sono stati dimenticati, lasciando spazio alle nuove tecnologie, computer e console, che hanno riscosso un ampio  successo tra adulti e bambini.
Così oggi il gioco è vissuto dai bambini e dai ragazzi come un’attività prevalentemente statica e individuale, che si svolge al chiuso della propria camera, intenti a superare  gli infiniti livelli di videogioco della Play Station. Ma in questi giochi l’individualismo potrebbe prevalere sulla dimensione socializzante del gioco e  talvolta potrebbe accadere che anche nei giochi con gli altri, non ci sia affiatamento nella squadra perché manca il vero senso di “gruppo”.
Una volta, i bambini e i ragazzi, quando non erano impegnati a scuola o nel lavoro in campagna, giocavano liberi  nelle strade  in gruppi spontanei e con oggetti semplici, ovviamente le strade allora erano più sicure di quelle di oggi. Quei giochi erano un modo per stare insieme e per sfogarsi: si sbagliava, si litigava, ci si misurava con gli altri: muoversi e socializzare in autonomia e  scoprire le regole dei vari giochi anticipava  il vivere civile ed  erano utili alla crescita dei ragazzi.
Il cambiamento dello stile di  vita  della  società odierna con modificazioni strutturali delle città  che pochi spazi verdi a disposizione e strade trafficate e le nuove tecnologie ci hanno indirizzato a privilegiare il potenziamento delle  attività cognitive, questo ha reso i bambini più aperti e veloci negli apprendimenti , ma queste stesse ne hanno limitato le esperienze acquisibili attraverso i giochi di movimento, utili per la loro salute e crescita psico-fisica che  causando  una vita sedentaria,  si presentano in alcuni casi scoordinati e goffi nei movimenti, e manifestano una spiccata tendenza all’obesità. Ecco perché un gioco tradizionale è ricordare ai bambini che il gioco è anche e soprattutto movimento, luogo in cui ci si sperimenta l’interezza della persona e del gioco nei suoi  vari aspetti: gioco sensomotorio, simbolico e  di socializzazione.
Il gioco che stiamo offrendo ai bambino oggi è un gioco confezionato a misura di modelli, che sono televisivi, giochi che non prevedono un coinvolgimento della creatività e dell’emozionalità dei bambini. Giochi che danno una forma globale ai bambini,  non lasciando spazio alle individualità, alle specificità di ognuno. Offrire nuove opportunità significa allora sperimentare  giochi in cui si sviluppi l’autonomia la  capacità di scegliere, di risolvere problemi commisurati alle loro forze e stadi di sviluppo. Attraverso il gioco di movimento, il bambino apprende a controllarsi, a essere veloce nelle decisioni, a vincere inibizioni e a superare ostacoli. È quindi importante offrire al bambino sperimentazioni ludiche diverse, e ricostruire pazientemente il vero  valore educativo del gioco. Da tutto ciò che la vita moderna  ci presenta come modello sembra che tale forma di gioco non sia più compatibile con ciò che abbiamo voluto per le nostre vite; forse allora la questione è riprendere possesso di ritmi che ci appartengano e non marciare a ritmi altrui, proviamo a  stimolare i nostri bambini al vero  gioco , ritrovando spunti per vivere il presente. anche nel modo di giocare del passato. Tornare ai giochi tradizionali non costituisce perciò un inutile passo indietro ma un passo verso il benessere; insegnare un gioco tradizionale e mantenere degli importanti legami con il passato, è trasmettere qualcosa ai bambini;  perché i balzi che stiamo compiendo in avanti, sono spesso troppo veloci e troppo affrettati e ad ogni salto stiamo perdendo qualcosa di importante



Obiettivi e finalità
o    Riscoprire il valore educativo del gioco nei suoi molteplici aspetti motorio, socializzante, simbolico,con l’utilizzo prevalente di giochi della tradizione come 1,2,3, stella, regina reginella,la corda, l’elastico,mondo, palla dorata,mosca cieca, acchiappafulmine,caccia colore,quattro cantoni, ecc… adattati e facilitati dove necessario, in base all’età di sviluppo dei bambini.
o    Favorire l’aquisizione dei fattori psicomotori quali l’attenzione,e la capacità di controllare il proprio tono muscolare.
o    Favorire la realizzazione di prassie,l’equilibrio statico e dinamico, la coordinazione dinamica generale, la coordinazione segmentaria,aggiustamento allo spazio e al tempo.
o    Favorire l’interiorizzazione dello schema corporeo, della laterizzazione ( bambini dai 6 anni in poi), la percezione delle durate temporale e dello spazio topologico ed euclideo.
o    Sostenere il singolo bambino a saper fare in autonomia perché sviluppi un immagine positiva di sé, scoprendo le proprie potenzialità e  i propri limiti.
o    Incoraggiare l’ascolto dei vissuti fra  bambini per far prendere coscienza delle emozioni che   si testimoniano attraverso la verbalizzazione delle esperienze di gioco.
o    Incoraggiare la socialità del gruppo.

CRISTINA SCHINTU PSICOMOTRICISTA ASPIF N°1173
CON RIFERIMNTI A PUBBLICAZIONI TRATTE DA SITI VARI
http://www.giocareilgioco.it/
http://www.icmarcallo.it/